Il 5 aprile del 1890 nasceva a Castel del Monte Francesco Giuliani. Svolgerà l’attività di pastore dai 9 ai 65 anni, passando il suo tempo tra l’altopiano di campo Imperatore e il Tavoliere delle Puglie. Essendo un pastore, chiunque penserebbe che fosse una persona incolta, non interessata alla lettura. Non ci si potrebbe sbagliare di più. Francesco nasce in un mondo che da tempo imprecisato sembra avere familiarità con le lettere, in particolare con la poesia. Giuliani è figlio di quella tradizione di poetica, di cui si hanno testimonianze a partire dal ‘900, presente a Castel del Monte, che deriva dalla lettura di poesia colta da Dante al ‘600. La lettura per lui non è solo svago, è soprattutto comprensione del mondo, punto di partenza per un pensabile riscatto sociale. Passerà gli anni della Prima Guerra Mondiale in trincea come soldato e i ricordi legati a questa esperienza saranno per sempre impressi nei suoi quaderni. Dopo un breve periodo passato in Francia decise di tornare in Abruzzo per lavorare come pastore, per poter vivere tra la sua gente e le sue montagne.
La vita del pastore abruzzese era sicuramente dura e non facile. Tutto era intervallato da scadenze fisse. A settembre cominciava la transumanza. I pastori, seguendo i tratturi, conducevano le loro greggi da Campo Imperatore al Tavoliere delle Puglie, per poi rientrare al disgelo in primavera. Per cinquant’anni questa sarà la vita di Giuliani. I suoi diari descrivono le vicende della sua vita, la Grande Guerra che fece e che non avrebbe voluto combattere, gli amici, le storie dei briganti, le leggende che si raccontavano la sera negli stazzi. I suoi racconti, che illustrano le vicende dei pastori, sono un documento raro e importante, testimonianza di un mondo sconosciuto alla maggior parte della gente.
La sua biblioteca nel corso degli anni arriva a contare 400 volumi. Nella sua libreria c’è di tutto: i grandi romanzi italiani e stranieri, opere di narratori e poeti minori, fiabe, novelle; tutte opere che testimoniano la sua curiosità intellettuale vivissima. Non dobbiamo pensare però che Giuliani sia un’eccezione, anzi, lui stesso ci dice che la maggior parte dei suoi compagni, specialmente i più anziani, leggono con piacere e non pochi hanno nel bagaglio una copia dell’Orlando Furioso e della Gerusalemme Liberata. Il poeta fu socialista e antifascista. Questi ideali incontrarono molte resistenze nel mondo pastorale di Castel del Monte, un mondo chiuso e isolato, che ha come protagonisti che pensano a loro stessi come padroni, figli di un mondo feudale sopravvissuto al trascorrere del tempo. Nei suoi scritti sono messi in evidenza i principi della sua azione politica: la giustizia sociale, la lotta contro lo sfruttamento, l’odio per la guerra. Il punto di svolta si avrà nel 1919, quando il partito socialista conquista l’amministrazione comunale, ma il tutto sarà troncato dall’arrivo del fascismo. L’evento è brutale, violento. Giuliani parla di violenze squadristiche e aggressioni. Da quel momento la storia scompare dai quaderni del poeta, non ci sono quasi tracce della Seconda Guerra Mondiale, della resistenza partigiana. Francesco grazie alla transumanza, ai racconti di coloro che tornavano da fuori, alla sua conoscenza personale della guerra sapeva benissimo cosa accadeva nel mondo, ma nonostante questo decide di focalizzare la sua cronaca sulla realtà castellana.
Francesco Giuliani oltre che poeta fu anche intagliatore, da sempre, ma soprattutto una volta smessa l’attività di pastore. Fu un grande artigiano, dallo stile personale e inconfondibile, non si limitava a riprodurre i modelli della tradizione, ma trasferiva sul legno il suo universo personale. Scolpiva busti di legno, sedie, forchettoni in legno con intarsi figurativi di personaggi storici e politici. Fu conosciuto e apprezzato da uomini di cultura. Il cinegiornale “La Settimana Incom” degli Anni ’60 cura un servizio nazionale dell’arte dell’intaglio di Francesco Giuliani. Furono proprio i suoi oggetti a renderlo famoso oltre il confine del suo paese.
Conclusa l’attività lavorativa, si dedica completamente ai suoi impegni culturali e artistici fino alla sua morte nel 1970. Il Comune di Castel del Monte per valorizzare la sua figura e la sua opera gli intitola nel 1985 il teatro comunale e si fa promotore di iniziative a lui dedicate fra cui “La Notte delle Streghe”, un evento nato nel 1996 e che ogni anno il 17 e il 18 Agosto riporta in scena un’antica credenza sulle streghe e un rito molto suggestivo per esorcizzarle. I suoi scritti hanno fornito gli unici indizi documentati per mettere in scena la rappresentazione.
“Qui un tempo non lontano si credeva alle streghe, e ce ne sono che ci credono ancora.
Quando una creatura si ammalava e il medico non ci capiva nulla e non c’era medicina per guarirla, subito si sospettava che le streghe di notte se la succhiavano. E stupidamente si credeva che le streghe entravano nella casa dal buco della chiave o dal tetto. I parenti, gli amici e i vicini, tenevano subito consiglio, e si deliberava che bisognava fare il giro del paese di notte e passare sotto sette sporti.
Il giro si faceva verso la mezzanotte quando le vie erano deserte, e la comare del battesimo doveva portare in braccio la creatura seguita da altre donne tutte in silenzio e, se pure si incontrava qualcuno non si doveva fare una parola, con tutto questo credevano di allontanare le streghe e far guarire la creatura. Si faceva anche in altro modo, si vegliava la creatura per otto o dieci notti, nell’ultima notte anche ad ora tarda si prendevano panni della creatura, si andava fuori dal paese dove due strade si incrociavano, e li si mettevano i panni sopra un pezzo di legno, si battevano fortemente e poi si bruciavano. Qualche volta capitava che la creatura si guariva, e si rafforzava la credenza nelle streghe...”
(Testo liberamente tratto da “Se ascoltar vi piace. Dai Quaderni di Francesco Giuliani”)
La storia è raccontata attraverso l’allestimento di diverse scene dislocate nei punti più caratteristici del borgo; il pubblico, in gruppi, entra all’interno delle mura a partire dall’imbrunire fino a notte inoltrata, in orari precisi e guidato dagli accompagnatori, seguendo un percorso che consente di assistere a tutte le scene, ma anche di ammirare scorci caratteristici del paese, indimenticabili cartoline di un tempo che non c’è più.
Altro spettacolo teatrale itinerante nel centro storico di Castel del Monte è “Òme se nasce, bregànte se mòre” tratto dagli scritti di Giuliani, narra fatti collegati al fenomeno del brigantaggio realmente accaduti nel comprensorio aquilano, ma anche problematiche sociali e politiche che hanno riguardato il Meridione, il ruolo delle donne, le condizioni sociali dei contadini dopo l’Unità d’Italia e l’emigrazione verso “la Mèreca” l’America. La rappresentazione, curata da Mario Basile, si terrà il 27 luglio alle ore 21.
A cura di Veronica Recchiuti
INFO UTILI
Info Point: orari di apertura sabato e domenica 10.00-13.00 / 15.00-18.00 ; ad Agosto aperto tutti i giorni negli stessi orari.
Museo Civico-Etnografico: contattare il 3407299369 per prenotare la visita gratuita.
Come arrivare : https://goo.gl/maps/rL7cZiEAZfwCnT997
Articoli: https://semisottolapietra.wordpress.com/2021/10/04/castel-del-monte/ ; https://semisottolapietra.wordpress.com/2019/03/26/le-vie-della-transumanza-e-il-borgo-di-castel-del-monte/
NELLE VICINANZE
Calascio e Rocca Calascio
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Articolo: https://semisottolapietra.wordpress.com/2020/01/20/santo-stefano-di-sessanio/
BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA
– Basile M., 2008, Terra mia: uomini e vicende tra storia e memoria, San Gabriele (TE): Editoriale ECO
– Giuliani F., 1992, Se ascoltar vi piace: dai quaderni di Francesco Giuliani, (a cura di Maurizio Gentile), Lindau editore, Torino
– Battista V., 1994, La civiltà del territorio: Gran sasso e Campo Imperatore – Piana di Navelli e Valle Tritana, Carsa editore
– Graziosi A., 2003, La grande Storia di Castel del Monte, Mille arcobaleni editore
– http://lanottedellestreghe.org/
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