Quando tra V e VIII secolo decadono le principali strutture urbane, si contraggono all’interno di poche strutture anche le attività che avevano caratterizzato i luoghi della vita sociale. Solo successivamente si ricomporrà un rapporto organico tra territorio e nuclei abitati, e cioè quando si ricostituiscono le strutture demiche e si recupera l’organizzazione territoriale dei pagi e dei vici, quando i processi di accentramento ed incastellamento spostano i nuclei familiari nella colonizzazione dell’incultus. Ma cosa succede nel nostro territorio? Per quanto riguarda l’Abruzzo interno, a differenza di altre aree, dove le strutture fortificate di primo impianto evolvono in strutture più complesse e di dimensioni maggiori, solo raramente i centri fortificati evolvono in strutture urbane superiori. Ad incidere su questa staticità preurbana sono sia la particolare organizzazione delle strutture fondiarie, caratterizzata dalla compresenza sul territorio dei grandi possedimenti monastici, sia la conformazione morfologica del territorio, la marginalità e il frazionamento delle strutture politiche amministrative.
L’Aquila è una delle città italiane la cui formazione è estranea alla crisi del mondo classico e posteriore alla riorganizzazione urbana dell’XI e XII secolo. Una città che viene fondata e si sviluppa molto velocemente tra il 1254 e il 1300 in una vallata dell’Appennino Centrale. Questo evento assume caratteri di ulteriore particolarità per le connotazioni strutturali e formali che la nuova città assume rispetto al sistema insediativo del territorio, e cioè castelli, borghi fortificati, ville, casali. Si tratta della nascita di un centro urbano di livello superiore che aveva come idea il superamento dei modelli sociali dei nuclei originari e al contempo la riorganizzazione in termini di simbolica unità spaziale dell’intero sistema dei centri fondatori. In particolare la rispondenza tra centri esterni ed i locali, assegnati agli abitanti dei centri stessi della nuova città, mantiene nell’organizzazione dello spazio urbano un significato che va al di là di quello puramente fiscale e amministrativo, ma è una vera e propria rappresentazione in miniatura, all’interno delle mura, dello spazio esterno con le sue articolazioni e i suoi confini.
La città nasce e comunque si organizza sulla base di un piano, quello della grande lottizzazione angioina, che recupera e riorganizza tutte le preesistenze. Nella fase iniziale del 1256-1315, descritta nella Cronaca di Buccio, non è ancora definito il circuito murario, non esistono ancora le infrastrutture essenziali e manca soprattutto la definizione del sistema e della gerarchia delle piazze. È una fase iniziale in cui esiste l’idea di città e si è consapevoli di quali siano gli elementi strutturali che ne costituiscono i caratteri peculiari. Si vede l’affermazione di uno schema urbano costituito essenzialmente da due grandi piazze centrali: Piazza Duomo, luogo del mercato e del potere religioso (caso abbastanza inedito nell’ambito meridionale che vede spesso distinte le due funzioni in spazi separati); l’altra è Piazza Palazzo che costituisce il centro del potere civile con il palazzo del Capitano. A questo nucleo centrale, che con il tempo ovviamente subirà alcune modifiche, si andranno ad affiancare due sistemi diversi, quello delle piazze di locale e quello delle piazze di quarto.
Non conosciamo, se non nei suoi termini più generali, il piano sul quale l’amministrazione angioina ricostruì la città dopo la distruzione di Manfredi, ma sicuramente si ha a che fare con un piano ben organizzato che vede la definizione delle dimensioni di chiese, piazze, strade, e che ancora oggi è uno degli elementi che caratterizza la città. L’essere in un certo senso già pianificata, sottrae in parte la città a quelle trasformazioni morfologiche che portano a coincidere nell’Italia della Rinascenza piazze e città. A L’Aquila questa trasformazione non avverrà o almeno sarà meno evidente. Contenuti urbani in anticipo rispetto ai tempi e affermazioni di ruoli e funzioni sociali nuovi, caratterizzano la città e ne segnano la storia urbana in termini di stratificazione.
A cura di Veronica Recchiuti
BIBLIOGRAFIA
– Properzi P., 1992, Una storia urbana particolare, in L’Aquila città di piazze. Spazi urbani e tecniche costruttive;
– Colapietra R., Centofanti M., 2009, Aquila. Dalla fondazione alla renovatio urbis.