Lungo una delle strade interne che collegano l’antica città vestina di Aveia (l’attuale Fossa) con il comune di Ocre sorge il monumento più pittoresco e scenografico della zona: il convento di Sant’Angelo. Il convento è situato nella frazione di San Panfilo, su un impervio sperone roccioso del monte Circolo, e domina dall’alto la nota, e da pochissimo restaurata e riaperta al pubblico, chiesa di Santa Maria ad Cryptas.
Fu Sisto IV, l’8 dicembre 1480, a sopprimere il monastero delle monache benedettine che si trovava accanto alla chiesa silvestre di Sant’Angelo d’Ocre e a concederlo all’Ordine dei Frati Minori. Tra i principali promotori dell’operazione ci fu frate Bernardino da Fossa (detto spesso “aquilano” per distinguerlo dal più celebre omonimo senese), confermato beato da papa Leone XII nel 1828.
Del periodo precedente l’amministrazione della comunità femminile benedettina, documentata dal 1409 al 1480, purtroppo si sa poco e nulla.
Il monastero dipendeva dall’abbazia imperiale di San Salvatore Maggiore, ma la sua vita e quella delle monache che vi risiedevano dovette essere costellata di difficoltà: pare infatti che le religiose vivessero in condizioni di forte disagio, cosa non difficile da credere se si considera che ai tempi il territorio ocrense costituiva ancora un luogo impervio e selvaggio. Ciò nonostante la badessa si trovò spesso a dover gestire le insistenze di vari compratori che volevano impadronirsi del monastero e dei suoi beni. Le mire economiche sulla struttura religiosa finirono solo con il passaggio del monastero ai Frati Minori Osservanti, i quali riuscirono a scavalcare altri ordini che aspiravano alla gestione del futuro convento, in particolare i monaci Olivetani (da poco all’Aquila), i Domenicani e i Celestini, bisognosi di denaro.
Alla fine, complice l’educazione francescana della badessa del monastero e l’appartenenza del nuovo pontefice Sisto IV all’Ordine francescano, la scelta cadde proprio sugli Osservanti.
Una volta ottenuto il controllo della struttura i francescani ricostruirono quasi interamente l’abitazione dei religiosi e ristrutturarono la chiesa: siamo alla fine del XV secolo ed è lo stesso Bernardino da Fossa a fornirci nei suoi scritti le notizie utili per una datazione sicura. La chiesa oggi presenta una pianta a navata unica, con volta a botte e coro quadrato. La struttura è stata oggetto di restauro nel corso del 1700, perciò l’attuale facciata risale al 1761, mentre il portico è stato aggiunto nel 1791. Il portale invece è ancora quello quattrocentesco.
L’abitazione dei religiosi presenta un impianto classico con chiostro quadrato, al cui interno sono presenti 23 lunette raffiguranti scene della vita di Sant’Antonio da Padova, opere di un non meglio identificato Borani.
Nel piano superiore trovano spazio le celle dei monaci, mentre il piano terra è occupato dai locali riservati alla vita comunitaria: sala capitolare e refettorio.
Purtroppo oggi il chiostro ha perso parte del suo antico fascino in seguito ai restauri degli anni ’70 che hanno sostituito l’originaria pavimentazione a ciottoli e mattonato a spina, utilizzando il cemento per la risistemazione del piccolo loggiato meridionale a fianco della chiesa. Rimane comunque immutato l’impianto quattrocentesco, nonostante le aggiunte successive.
Il modello che i francescani avevano in mente era senz’altro il convento di San Bernardino all’Aquila: non a caso infatti il disegno del progetto per il convento di Sant’Angelo fu realizzato da quel Francesco Paolo dell’Aquila che era stato anche ideatore della cupola nonché direttore dei lavori della basilica aquilana.
Dal convento provengono varie opere d’arte, alcune molto interessanti: alla mano di Francesco di Paolo da Montereale, pittore aquilano della prima metà del XVI secolo, vengono ricondotte un gruppo di tavole raffiguranti il Cristo e alcuni santi francescani. La tavola di Santa Elisabetta d’Ungheria, attualmente conservata presso il Museo Nazionale d’Abruzzo all’Aquila, presenta ancora delle reminiscenze umbre tipiche di questo pittore unite, però, a una struttura fisica vigorosa che ricorda da vicino le caratteristiche formali della pittura romana del Cinquecento.
Il personaggio di Santa Elisabetta ritorna forse anche nei pannelli raffiguranti il Cristo risorto adorato da una santa francescana e l’Apparizione di Cristo al beato Bernardino da Fossa, entrambi in origine sportelli dell’urna del corpo del Beato Bernardino, situata in un vano del convento di Sant’Angelo.
Altra opera d’arte importante che possiamo annoverare tra i tesori del convento è il polittico attribuito al Maestro dei polittici crivelleschi. L’opera è databile fra il 1481 e il 1482 e rappresenta i santi francescani di maggior spicco accompagnati da santi e beati francescani di devozione locale. Troviamo infatti nel pannello centrale una Madonna con il Bambino adorati da una monaca, San Francesco d’Assisi, San Michele arcangelo, San Girolamo e Sant’Antonio da Padova nei pannelli mediani, il Cristo in pietà nella cuspide centrale, i Santi Bernardino da Siena, Ludovico di Tolosa, Ambrogio e Giovanni da Capestrano nelle cuspidi laterali e il Cristo con l’Apostolato nella predella.
Un aspetto interessante che vale la pena notare è la presenza, ai piedi della Madonna, di una monaca: la sua posizione, vicina a quello che è il personaggio principale della composizione, fa pensare che la religiosa rappresentata non fosse una semplice devota, bensì la committente dell’opera stessa. Ferdinando Bologna, in un suo saggio del 2009, ha ben ricostruito la storia che si nasconde dietro questo misterioso personaggio femminile, attribuendone l’identità a quella stessa suor Sabetta che aveva avviato le trattative per la cessione del monastero di Sant’Angelo ai Frati Minori dell’Osservanza.
Il polittico è attualmente conservato presso la sezione di Celano (Castello Piccolomini) del Museo Nazionale d’Abruzzo.
All’interno del convento sono ancora conservate due parti di una crocifissione che furono probabilmente eseguite dallo stesso pittore che firmò l’affresco dell’Ultima cena presente nel refettorio. La parte sinistra raffigura la Madonna addolorata e i beati francescani Mascio dall’Aquila e Filippo da Cascina, mentre nella parte destra troviamo un San Giovanni evangelista e i beati Timoteo da Monticchio e Vincenzo dall’Aquila.
La critica ha ricondotto la personalità di questo “Maestro del refettorio” alla sfera artistica di Saturnino Gatti e della sua bottega, soprattutto in virtù di alcune letterali somiglianze tra gli angeli recanti i simboli della Passione raffigurati nella lunetta che sovrasta l’Ultima cena e gli angeli dipinti da Saturnino nella Madonna del Rosario in San Domenico all’Aquila. Il nostro maestro fu probabilmente un diretto discepolo di Saturnino, forse anche un suo collaboratore, per quanto la sua produzione non sia comparabile a quella del suo mentore.
(Fonte: Bologna, 2009)
Come abbiamo visto il convento di Sant’Angelo costituisce un sito di sicuro interesse culturale e per questo ci auguriamo che venga presto restituito alla città e al pubblico: dopo il sisma del 2009 infatti il complesso ha subito ingenti danni ed è tutt’ora in attesa dei dovuti interventi di restauro, il cui inizio potrebbe protrarsi fino al 2022.
A cura di Even Ioannoni
INFO UTILI
Convento di Sant’Angelo d’Ocre
Attualmente chiuso al pubblico a causa dei danni procurati dal sisma del 2009
Come arrivare: https://goo.gl/maps/HdgsKeZCFkgT3exa9
MUNDA – Museo nazionale d’Abruzzo
Aperto dal Martedì alla Domenica, ore 8.30-19.30
Prezzo del biglietto: intero 4 euro, ridotto 2 euro.
Come arrivare: https://goo.gl/maps/AzGGeYCVTzSBYf4K7
Castello Piccolomini – Collezione Torlonia e Museo d’Arte Sacra della Marsica
Aperto dal Martedì alla Domenica, ore 8.30-19.30
Prezzo del biglietto: intero 4 euro, ridotto 2 euro.
Come arrivare: https://goo.gl/maps/8KFLoKSDqF4fTMbN9
NELLE VICINANZE
Monastero Fortezza di Santo Spirito d’Ocre
Visita su prenotazione
Tel. (+39) 0862.1965538
Mob. (+39) 340.7368283
Come arrivare: https://goo.gl/maps/Lpba46oa6R8v6BDU8
Castello di Ocre
Attualmente proprietà privata, chiuso al pubblico.
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Chiesa di Santa Maria ad Cryptas
I gruppi di visitatori per effettuare le visite devono inoltrare una richiesta al Sindaco di Fossa, alla mail comunefossa@tin.it
Come arrivare: https://goo.gl/maps/3MfxkadXGW385zX49
BIBLIOGRAFIA
- Bologna, F., 2009, Le Arti nel Monastero e nel territorio di Sant’Angelo d’Ocre,in Savastano, C.,(a cura di), Sant’Angelo d’Ocre, Verdone editore, Castelli.
- De Vitis, F., 2009, Il convento di S. Angelo nel contesto territoriale: momenti di storia e di architettura, in Savastano, C.,(a cura di), Sant’Angelo d’Ocre, Verdone editore, Castelli.
- Maccherini, M., Pezzuto, L., 2010, Saturnino Gatti e la sua bottegain Maccherini, M. (a cura di), L’arte aquilana del Rinascimento, L’Una, L’Aquila.
- Marinangeli, G., 2009, I Frati Minori a Sant’Angelo d’Ocre, in Savastano, C. (a cura di), Sant’Angelo d’Ocre, Verdone editore, Castelli.
- Pezzuto, L., 2010, Francesco di Paolo da Montereale, in Maccherini, M. (a cura di), L’arte aquilana del Rinascimento, L’Una, L’Aquila.
- Savastano, C., 2009 Fra le poche attenzioni e i molti silenzi,in Savastano, C. (a cura di), Sant’Angelo d’Ocre, Verdone editore, Castelli.
7 pensieri su ““O PACE, QUA DAVVERO E’ IL TUO REGNO”: IL CONVENTO DI SANT’ANGELO D’OCRE”