La Claudia Nova, una strada risalente al 47 d.C., collegava la via Salaria alla Tiburtina Valeria. La ricostruzione del suo tragitto non è univoca: una delle ipotesi più accreditate, che ne individua il punto di partenza tra Foruli e Amiternum e il punto di arrivo a Bussi, traccia un percorso vicino a quello delle SS 17 e SS 17 bis. Era una strada di grande importanza strategica ed economica per il territorio aquilano essendo un raccordo tra Roma e la Sabina (attraverso un ramo della Salaria) e il mare Adriatico.
In epoca romana, nei pressi del suo percorso, sorgevano gli insediamenti principali: Foruli, Amiternum, Pitinum, Forcona, Aveia, Peltuinum, Aufinium. Intorno al Mille, i castelli che fiorirono mutando l’assetto territoriale della zona, seguirono l’andamento di questi insediamenti senza essere serviti direttamente dalla Claudia Nova. Sfruttando la posizione di raccordo tra le popolazioni sabine e vestine, L’Aquila venne fondata sul sito di Acculi proprio lungo questa via, che si immetteva nella città da Porta Barete.
All’ estremità occidentale dell’asse viario, nei dintorni di uno snodo che già in epooca romana vedeva l’origine della Claudia Nova e il passaggio della via Caecilia, (fondamentale arteria di collegamento tra la Salaria, dunque Roma, e l’Adriatico -attraverso Amiternum e il valico delle Capannelle) sorge la Chiesa di Santo Stefano di Tornimparte, identificata dallo storico Clementi con un’altra importante Abbazia: San Silvestro di Pietrabattuta. La documentazione su quest’ultima, collocata nei pressi dell’ importante crocevia, ci dice come nel XIII secolo fosse contesa tra la diocesi reatina e quella aquilana, rientrando infine sotto la giurisdizione della diocesi aquilana nel XIII-XIV secolo.
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L’area in cui si trova oggi Santo Stefano, non distante dalle romane Foruli (attuale Civitatomassa nel comune di Scoppito) e Amiternum, subì, come l’intera area amiternina, una precoce cristianizzazione. Dopo il disfacimento delle istituzioni romane, un importante punto di riferimento per questo territorio fu rappresentato dalle pievi: strutture ecclesiastiche delle prime comunità romano-cristiane che avendo alle loro dipendenze una trama ricca di cappelle potevano avere il controllo di vaste aree . San Silvestro di Pietrabattuta ebbe, sin da subito, un ruolo importante: si è ipotizzato che fu pieve o oratorio di pieve, poi monastero sui iuris, ancora pieve ed infine divenne parrocchia di Santo Stefano.
Abbiamo notizie scritte sulla Chiesa di Santo Stefano per la prima volta nel XII secolo, ma secondo l’identificazione di cui si è detto, viene citata come Abbazia di San Silvestro di Pietrabattuta già nella bolla di Papa Anastasio IV del 1153. A favorire questa identificazione c’è il diploma di Ottone del 956, dove nell’elenco dei confini della diocesi di Forcona, si parla del toponimo San Silvestro raggiungibile da Foruli e confinante con Vigliano. Altre corrispondenze geografiche sono evidenti nella mappa del comitatus aquilano del XVI e XVII secolo dove San Silvestro compare come castello fondatore della città di L’Aquila.
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La Chiesa di Santo Stefano si trova tra le attuali frazioni di Rocca Santo Stefano, Forcelle e Collemarino su un suggestivo sentiero immerso in un bosco di faggi e querce, sul fianco della montagna alla cui sommità si trovano i resti della Rocca. Prima del 2015 era ridotta in rovina a seguito di terremoti e rifacimenti poco attenti, oggi completamente restaurata, appare spoglia. E’ così possibile individuare alcune fasi di ricostruzione attraverso le molteplici tipologie di paramento murario che la compongono (circa 18). La prima fase della Chiesa di Santo Stefano, databile con molta probabilità alla prima metà del XII secolo, vedeva una suddivisione in tre navate con arcate su supporti liberi e su due semipilastri addossati sulla parete dell’ abside. L’individuazione di un’altra fase costruttiva nella prima metà del XV secolo è possibile grazie al confronto tra Santo Stefano e la vicina San Panfilo a Villagrande: questa fase prevede la sostituzione dell’abside originario con una di maggiore profondità (quello attuale) e l’ampliamento della chiesa con una navata laterale sinistra aggiunta al corpo principale.
Lo Staffa, nel 1983, la descrive così: “La chiesa è un edificio di notevole interesse, databile sicuramente al secolo XII. Ha una facciata di conci squadrati a coronamento rettilineo, con campanile a vela sulla sinistra e avanzi di un antistante portico. L’interno era a tre navate, absidato con cripta. Nella lunetta del portale e nell’arcone absidale ci sono tracce di affreschi; nella muratura sono rimessi in opera frammenti di decorazioni scultoree, due teste di ariete e tre epigrafi funerarie che attestano la presenza nelle immediate vicinanze di una necropoli (la zona era sede di importanti città romane quali Foruli ed Amiterno) di epoca romana”.
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Riguardo l’equivalenza della Chiesa di Santo Stefano con l’Abbazia di San Silvestro di Pietrabattuta sono sorti pareri discordanti. Attraverso una ricerca d’archivio, basata su atti di compravendita di terreni e dati catastali, si è identificata San Silvestro con un’area piuttosto incolta al margine sinistro del 20 km della SS 17, direzione L’Aquila, definita dall’attuale cartografia i Palazzi dei Colantoni. Qui si trovano resti murari riconducibili ad un unico complesso architettonico di 35 mt per 70, in particolare una fonte con copertura ad arco, due pareti terminanti ad arco e un’area “in cui si rileva dall’osservazione del terreno la chiara presenza di almeno quattro ambienti sottostanti”. Ulteriori resti, probabilmente della rocca, si trovano più a nord-ovest. Secondo quanto si può vedere, qui sorgevano il castello di San Silvestro e l’Abbazia di Pietrabattuta distinta dunque dall’attuale e non molto distante Santo Stefano.
A cura di Mariangela Selli
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NELLE VICINANZE
Area archeologica di Amiternum
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Teatro: martedì-giovedì 14.30-18.30 sabato 8.30-13.30
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Chiesa di Panfilo di Tornimparte
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BIBLIOGRAFIA E/O SITOGRAFIA
– Staffa A., 1983, Documenti dell’ Abruzzo Teramano.
– Clementi A., Piroddi E., 1986, Le città nella storia d’Italia. L’Aquila.
– Clementi A. 2002, Un’abbazia quasi sconosciuta sotto le pietre di una parrocchiale: S. Silvestro di Pietrabattuta, Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria. 2002.
– Clementi A., 2003, Amiternum dopo la distruzione.
– Acone M. R., 2009, Il castello di San Silvestro e l’Abbazia di San Silvestro di Pietrabattuta.
– Basso M., Matalucci B., 2007, Chiesa di Santo Stefano in Tornimparte, antico e nuovo a confronto.
– Clementi A., Piroddi E., 1986, Cartina del territorio in epoca romana.
Un pensiero su “CHIESA DI ROCCA SANTO STEFANO. LA VIA, LA PIEVE E L’ABBAZIA”